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Cronaca

Quartieri Spagnoli. Inaugurato il murales in memoria di Lino Apicella

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NAPOLI – “Un uomo pieno di vita, poliziotto e papà che credeva nella giustizia”. Così ne parla Pasquale, il papà di Lino Apicella, il ragazzo ucciso nel tentativo di sventare una rapina. Marito attento, padre amorevole e presente. Era appassionato sport estremi e adorava i tatuaggi.

Ciò che amava ancor di più era la sua divisa, per la quale non provava solo fierezza ma profondo rispetto. “Lino era un ragazzo d’oro, aveva una forza esagerata. E ha continuato a credere nella giustizia sempre”. Daniela Muscari Tomajoli, così ne parla una sua amica.

Era tornato a Napoli, nella sua cara città natale. E’ proprio questa però che l’ha portato lontano da sua moglie e dai suoi due bambini prima del tempo.

E’ passato tempo dalla sua scomparsa, eppure la città non lo dimentica. Proprio nella giornata di oggi è stato inaugurato, alle ore 11, il murale dedicato a Lino Apicella.

A realizzarlo è stato l’artista sammaritano Claudio Petito, che ha immortalato per il volto del poliziotto sulla parete di un campo sportivo a Secondigliano.

Il 3 agosto 2021 – racconta l’artista – ebbi un incarico artistico molto importante, di uno spessore emotivo enorme, quello di rappresentare un ragazzo come me e tanti altri che tutte le mattine o la sera scendeva per lavorare e portare il pane a casa, un ragazzo di 37 anni di Nome Pasquale Apicella o per gli amici (Lino)

Non ho esitato a dire di sì – prosegue – sapendo a cosa sarei andato incontro, ho disegnato molti giorni studiando le ombre, le luci e tanto, il mio scopo non era e non sarà la pubblicità ma quello di onorare questo padre e marito. Il mio scopo è quello di far emozionare e ricordare Lino e che la sua morte non sia stata vana, spero di essere riuscito in tutto ciò attraverso la mia umile arte e voglio ringraziare ancora chi ha creduto in me dandomi piena fiducia partendo dalla signora Giuliana moglie di Pasquale e la Polizia di Stato“.

Cronaca

SANT’ANTIMO. Voti e Camorra. Condannati i fratelli dell’ex Senatore Cesaro e l’Ing. Claudio Valentino

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SANT’ANTIMO – Nella giornata di ieri, i giudici della terza sezione penale del tribunale di Napoli hanno emesso 21 condanne di colpevolezza nel processo per accordi politico mafiosi al comune di Sant’Antimo, con al centro anche le figure di Antimo, Aniello e Raffaele Cesaro, fratello dell’ex senatore di Forza Italia, Luigi Cesaro, noto alla storia come Giggin ‘a purpett.

Antimo Cesaro è stato condannato a 11 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio aggravato, mentre Aniello e Raffaele Cesaro hanno ricevuto una condanna a 10 anni e 6 mesi di reclusione per concorso esterno.

Condannato anche il dirigente comunale, originario di Casagiove e attivo in passato anche nei comuni di Villa Literno e Orta di Atella, Claudio Valentino.

L’ingegnere casertano, ritenuto l’interfaccia del clan Puca nell’Ufficio Tecnico di Sant’Antimo era imputato per il reato di concorso esterno in associazione a delinquere di stampo mafioso.

Valentino è stato condannato a 13 anni.

Assolto, invece, Corrado Chiariello, ex candidato sindaco a Sant’Antimo.

le condanne:

Pasquale Puca: 5 anni e 6 mesi; Luigi Abbate: 5 anni e 6 mesi; Cesario Bortone: 13 anni e otto mesi; Nello Cappuccio: 11 anni e 5 mesi; Francesco De Lorenzo: 16 anni e sette mesi; Raffaele Di Lorenzo: 8 anni e 7 mesi;
Francesco

Di Spirito: 10 anni e 5 mesi; Raffaele Femiano: 11 anni e 10 mesi; Ferdinando Pedata: 4 anni; Camillo Petito: 15 anni e 2 mesi; Lorenzo Puca: 13 anni e 6 mesi; Luigi Puca (classe 1962): 11 anni; Luigi Puca, classe 1995: 11 anni e 6 mesi; Alessandro Ranucci: 9 anni e 3 mesi; Filippo Ronga: 13 anni e 8 mesi; Agostino Russo: 15 anni e 9 mesi;
Francesco Scarano: 13 anni e 4 mesi.

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Cronaca

Barra, 46enne perde la vita dopo forte esplosione nel suo garage

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All’ora di pranzo, in un garage di via Cupa Vicinale Bolino, nel quartiere Barra, è stata registrata una forte esplosione.
A 20 metri dal locale, a quanto pare sbalzato per l’esplosione, c’era il corpo senza vita del proprietario, Vincenzo Roselli,  napoletano, classe 1977.

Le indagini sono in corso da parte dei carabinieri della compagnia Poggioreale coordinati dalla procura di Napoli per ricostruire la dinamica dell’evento

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Caivano

Stupro di Caivano, chiesti 12 e 11 anni per i due maggiorenni del branco

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12 anni e 11 anni e 4 mesi di reclusione per i due maggiorenni ritenuti coinvolti nelle violenze sessuali subite due cuginette di 12 e 10 anni di Caivano.
E’ quanto richiesto dalla Procura di Napoli Nord, avanzata oggi dal Pubblico Ministero, Giuseppe Vitolo, al termine della requisitoria nella quale è stato evidenziato soprattutto l’aspetto umano e sociale del comune dell’hinterland caivanese in cui l’assenza dello Stato è evidente, secondo quanto sottolineato proprio dal pm.

Per il Sostituto Procuratore di Napoli Nord il personaggio perno delle violenze sarebbe stato il 18enne Pasquale Mosca, per il quale ha richiesto 12 anni di carcere perché non sussistenti le attenuanti generiche; 11 anni e 4 mesi è – invece – la richiesta formulata per Giuseppe Varriale, 19enne.

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